UNA LEGGE PER IL TURISMO DELL'OLIO
22 Dicembre 2019
di: Roberta Garibaldi
L’oleoturismo acquisisce un ruolo di primo piano non solamente nell’interesse dei turisti ma anche a livello normativo. Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2020, si realizzerà l’equiparazione tra le attività di oleoturismo e quelle di enoturismo di conseguenza le disposizioni previste dalla legge 27 dicembre 2017 n. 205 sul turismo del vino saranno estese anche alle attività di oleoturismo.
Tra le attività di “oleoturismo” verranno contemplate tutte quelle di conoscenza dell’olio d’oliva espletate nel luogo di produzione e nello specifico:
visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione dell’ulivo
degustazione e commercializzazione delle produzioni aziendali dell’olio d’oliva, anche in abbinamento ad altri alimenti iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito dei luoghi di coltivazione e produzione. Si tratta di un processo che attribuisce al turismo dell’olio un ruolo di primo piano anche a fronte di un interesse crescente verso le esperienze legate al prodotto, come dimostrato dal recente studio che ho condotto per l’Associazione Nazionale Città dell’olio. Una tipologia di turismo, quella dell’olio, che fa sistema, andando a coinvolgere in un unicum cultura, tradizione e territorio per un prodotto identitario del patrimonio nazionale. La questione normativa si rivela inoltre un segnale per gli operatori al fine di promuovere attvità anche al di là della sola produzione, proponendosi in prospettiva turistica, reinventandosi ed investendo nel comparto.
(Fonte: Roberta Garibaldi)
22 Dicembre 2019
di: Roberta Garibaldi
L’oleoturismo acquisisce un ruolo di primo piano non solamente nell’interesse dei turisti ma anche a livello normativo. Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2020, si realizzerà l’equiparazione tra le attività di oleoturismo e quelle di enoturismo di conseguenza le disposizioni previste dalla legge 27 dicembre 2017 n. 205 sul turismo del vino saranno estese anche alle attività di oleoturismo.
Tra le attività di “oleoturismo” verranno contemplate tutte quelle di conoscenza dell’olio d’oliva espletate nel luogo di produzione e nello specifico:
visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione dell’ulivo
degustazione e commercializzazione delle produzioni aziendali dell’olio d’oliva, anche in abbinamento ad altri alimenti iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito dei luoghi di coltivazione e produzione. Si tratta di un processo che attribuisce al turismo dell’olio un ruolo di primo piano anche a fronte di un interesse crescente verso le esperienze legate al prodotto, come dimostrato dal recente studio che ho condotto per l’Associazione Nazionale Città dell’olio. Una tipologia di turismo, quella dell’olio, che fa sistema, andando a coinvolgere in un unicum cultura, tradizione e territorio per un prodotto identitario del patrimonio nazionale. La questione normativa si rivela inoltre un segnale per gli operatori al fine di promuovere attvità anche al di là della sola produzione, proponendosi in prospettiva turistica, reinventandosi ed investendo nel comparto.
(Fonte: Roberta Garibaldi)