Raccolta differenziata in Sicilia
Dopo le ordinanze 5 RIF e 6 RIF del mese di Giugno e Luglio 2016 del Governatore Rosario Crocetta
di: Giuseppe Neri
Il governo Crocetta ci riprova. Dopo aver rischiato "il collasso" l'estate scorsa allo scoppio della grana rifiuti, adesso l'Amministrazione regionale si è riorganizzata e cambia tutto, proponendo un modello totalmente nuovo e centrato sulla raccolta differenziata, il riuso dei rifiuti e la riduzione delle emissioni. Tre i cardini su cui si basa il piano firmato Crocetta - Contraffatto, presentato lo scorso mese nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d'Orleans: inertizzazione del rifiuto, trasformazione dell'umido in compost (utilizzabile, per esempio, in agricoltura) e costruzione di impianti di gassificazione. "Un modello praticamente a emissioni zero - afferma il governatore - che punta a evitare in tutti i modi la combustione e a ridurre drasticamente i conferimenti in discarica". La Regione ha già dato il via all'iter per la realizzazione di questo progetto e il commissario dell'Irsap, Maria Grazia Brandara, e il direttore dell'assessorato regionale per i Rifiuti, Maurizio Pirillo, hanno già visitato, su delega del governo regionale, alcuni siti in cui potrebbero nascere i nuovi impianti. I tempi di realizzazione sarebbero stimabili in un trimestre. E i costi, secondo il presidente, possono essere considerati "irrisori, perché tutto il sistema è basato su impianti mobili che costano intorno ai sei milioni di euro". Il piano rifiuti di Crocetta è inserito in un disegno di legge che la Regione ha portato all'Ars e su cui il governatore spera che "il Parlamento si impegni in tempi brevi, perché la Sicilia può diventare esempio di innovazione a livello nazionale", afferma Crocetta.
Il presidente della Regione ha sottolineato però come, in realtà, il suo governo abbia già prodotto "rilevabili" risultati sul fronte della raccolta differenziata.
Secondo i dati presentati in conferenza stampa dal responsabile dell'Ufficio speciale per la differenziata Salvo Cocina, in Sicilia la raccolta differenziata cresce mensilmente in maniera costante dell'1%; tra le province, le più virtuose sono Trapani e Caltanissetta, mentre le peggiori sono Siracusa su tutte, poi Messina, Catania e Palermo. A Siracusa e Catania, in particolare, sono in corso delle gare d'appalto per la gestione del servizio di raccolta differenziata, mentre a Palermo e Messina il servizio è gestito da aziende municipalizzate.
Rimane un problema: quello delle città metropolitane, in cui "i rapporti coi sindaci sono complessi, perché hanno un peso politico e amministrativo più alto.
Arrancano le città metropolitane di Palermo (15%), Catania e Messina (12%) mentre sono avanti i piccoli centri. La raccolta differenziata in Sicilia è cresciuta del 6 per cento da giugno a novembre 2016, passando dal 15,41% al 21,05 con una media dell’1 per cento al mese. I grandi centri come Siracusa dove la differenziata si ferma al 5%. I comuni più ricicloni, invece, sono proprio i piccoli centri, con popolazione al di sotto dei 10 mila abitanti. In vetta alla classifica c'è Campofiorito con il 91,71%. Bene anche Giardinello (84%), Ribera (78%), Santa Margherita Belice (70%), Siculiana (67%) e Montevago (66%) , che registrano una percentuale di differenziata addirittura superiore al 65% fissato dalla legge.
Nella classifica dei grandi centri non capoluogo di provincia bene anche Butera 66%, Balestrate, 63%, Marsala 60%, Niscemi, 50,6% e Gela con il 49%. Le buone performance registrate nei comuni al disotto dei 10 mila abitanti, secondo i dati forniti, dimostrano una certa agilità delle amministrazioni a far cambiare abitudini e stili di vita ai cittadini e dunque di raggiungere buone performance e gli obiettivi fissati dalle legge sulla differenziata.
Nei comuni fino a 30 mila abitanti, invece, la differenziata in media si ferma intorno al 20%; il dato crolla nelle grandi città, come indica la debacle di Palermo, Catania e Messina, influenzando la media regionale. Tra i comuni meno ricicloni risultano Augusta con l’8,78%, Agrigento con il 7.1% e Porto Empedocle, 2,20%.
Pubblicato il 15/03/2017
Dopo le ordinanze 5 RIF e 6 RIF del mese di Giugno e Luglio 2016 del Governatore Rosario Crocetta
di: Giuseppe Neri
Il governo Crocetta ci riprova. Dopo aver rischiato "il collasso" l'estate scorsa allo scoppio della grana rifiuti, adesso l'Amministrazione regionale si è riorganizzata e cambia tutto, proponendo un modello totalmente nuovo e centrato sulla raccolta differenziata, il riuso dei rifiuti e la riduzione delle emissioni. Tre i cardini su cui si basa il piano firmato Crocetta - Contraffatto, presentato lo scorso mese nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d'Orleans: inertizzazione del rifiuto, trasformazione dell'umido in compost (utilizzabile, per esempio, in agricoltura) e costruzione di impianti di gassificazione. "Un modello praticamente a emissioni zero - afferma il governatore - che punta a evitare in tutti i modi la combustione e a ridurre drasticamente i conferimenti in discarica". La Regione ha già dato il via all'iter per la realizzazione di questo progetto e il commissario dell'Irsap, Maria Grazia Brandara, e il direttore dell'assessorato regionale per i Rifiuti, Maurizio Pirillo, hanno già visitato, su delega del governo regionale, alcuni siti in cui potrebbero nascere i nuovi impianti. I tempi di realizzazione sarebbero stimabili in un trimestre. E i costi, secondo il presidente, possono essere considerati "irrisori, perché tutto il sistema è basato su impianti mobili che costano intorno ai sei milioni di euro". Il piano rifiuti di Crocetta è inserito in un disegno di legge che la Regione ha portato all'Ars e su cui il governatore spera che "il Parlamento si impegni in tempi brevi, perché la Sicilia può diventare esempio di innovazione a livello nazionale", afferma Crocetta.
Il presidente della Regione ha sottolineato però come, in realtà, il suo governo abbia già prodotto "rilevabili" risultati sul fronte della raccolta differenziata.
Secondo i dati presentati in conferenza stampa dal responsabile dell'Ufficio speciale per la differenziata Salvo Cocina, in Sicilia la raccolta differenziata cresce mensilmente in maniera costante dell'1%; tra le province, le più virtuose sono Trapani e Caltanissetta, mentre le peggiori sono Siracusa su tutte, poi Messina, Catania e Palermo. A Siracusa e Catania, in particolare, sono in corso delle gare d'appalto per la gestione del servizio di raccolta differenziata, mentre a Palermo e Messina il servizio è gestito da aziende municipalizzate.
Rimane un problema: quello delle città metropolitane, in cui "i rapporti coi sindaci sono complessi, perché hanno un peso politico e amministrativo più alto.
Arrancano le città metropolitane di Palermo (15%), Catania e Messina (12%) mentre sono avanti i piccoli centri. La raccolta differenziata in Sicilia è cresciuta del 6 per cento da giugno a novembre 2016, passando dal 15,41% al 21,05 con una media dell’1 per cento al mese. I grandi centri come Siracusa dove la differenziata si ferma al 5%. I comuni più ricicloni, invece, sono proprio i piccoli centri, con popolazione al di sotto dei 10 mila abitanti. In vetta alla classifica c'è Campofiorito con il 91,71%. Bene anche Giardinello (84%), Ribera (78%), Santa Margherita Belice (70%), Siculiana (67%) e Montevago (66%) , che registrano una percentuale di differenziata addirittura superiore al 65% fissato dalla legge.
Nella classifica dei grandi centri non capoluogo di provincia bene anche Butera 66%, Balestrate, 63%, Marsala 60%, Niscemi, 50,6% e Gela con il 49%. Le buone performance registrate nei comuni al disotto dei 10 mila abitanti, secondo i dati forniti, dimostrano una certa agilità delle amministrazioni a far cambiare abitudini e stili di vita ai cittadini e dunque di raggiungere buone performance e gli obiettivi fissati dalle legge sulla differenziata.
Nei comuni fino a 30 mila abitanti, invece, la differenziata in media si ferma intorno al 20%; il dato crolla nelle grandi città, come indica la debacle di Palermo, Catania e Messina, influenzando la media regionale. Tra i comuni meno ricicloni risultano Augusta con l’8,78%, Agrigento con il 7.1% e Porto Empedocle, 2,20%.
Pubblicato il 15/03/2017