Procuratore capo di Roma, accolto il ricorso di Viola: annullata la nomina di Prestipino Giarritta.
16 Febbraio 2021
di: Domenico Cacioppo
Il Csm dovrà nuovamente procedere alla nomina, conformandosi ai principi di diritto affermati dal giudice amministrativo.
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Marcello Viola, magistrato originario di Cammarata, ed ha annullato la nomina di Michele Prestipino Giarritta quale procuratore della Repubblica del tribunale di Roma.
Con il ricorso, gli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia hanno sostenuto come il Csm avesse illegittimamente revocato l’originaria proposta di conferimento a Marcello Viola dell’incarico di procuratore di Roma, a seguito di un procedimento penale (della Procura della Repubblica di Perugia) relativa alle condotte del magistrato Luca Palamara e di taluni componenti del Csm. Con il ricorso, è stato, in particolare, sostenuto - ha ricostruito l'avvocato Girolamo Rubino - come la revoca della precedente proposta di conferimento dell’incarico fosse stata adottata pur essendo stato acclarato dallo stesso Csm il “mancato coinvolgimento” di Viola rispetto al procedimento penale.
Con il ricorso è stato rilevato come il giudizio di prevalenza espresso nei confronti di Prestipino Giarrita (motivato sostanzialmente sul maggiore radicamento territoriale di quest’ultimo) fosse viziato sotto svariati profili, avendo, - continua la ricostruzione di Rubino - il Csm omesso di valutare i numerosi titoli e le importanti esperienze vantate da Viola e non avendo tenuto conto che Prestipino può vantare solo funzioni semidirettive (quale procuratore aggiunto presso le Procure di Reggio Calabria e di Roma) a fronte delle funzioni direttive svolte da Viola (che è stato procuratore della Repubblica a Trapani ed è attualmente procuratore Generale presso la Corte d’appello di Firenze). Il magistrato Prestipino Giarritta, difeso dagli avvocati Massimo Luciano, Piermassimo Chirulli e Patrizio Ivo D’Andrea, si è costituito in giudizio chiedendo il rigetto del ricorso.
Il Tar Lazio Roma - presidente Savo Amodio Antonino, relatore Ivo Correale - ha accolto il ricorso di Marcello Viola. In particolare, il Tar Lazio ha rilevato come dalla documentazione relativa all’indagine di Perugia fosse emersa la qualità di parte offesa, Marcello Viola, rispetto alle “macchinazioni o aspirazioni di altri”. Il Tar ha, inoltre, rilevato come la decisione del Csm - di non confermare la proposta volta al conferimento a Viola dell’incarico di procuratore di Roma - sia immotivata “in assenza di elementi oggettivamente riscontrabili a suo carico".
Per effetto della sentenza del Tar, il Csm dovrà nuovamente procedere alla nomina del procuratore della Repubblica di Roma, conformandosi ai principi di diritto affermati dal giudice amministrativo.
16 Febbraio 2021
di: Domenico Cacioppo
Il Csm dovrà nuovamente procedere alla nomina, conformandosi ai principi di diritto affermati dal giudice amministrativo.
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Marcello Viola, magistrato originario di Cammarata, ed ha annullato la nomina di Michele Prestipino Giarritta quale procuratore della Repubblica del tribunale di Roma.
Con il ricorso, gli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia hanno sostenuto come il Csm avesse illegittimamente revocato l’originaria proposta di conferimento a Marcello Viola dell’incarico di procuratore di Roma, a seguito di un procedimento penale (della Procura della Repubblica di Perugia) relativa alle condotte del magistrato Luca Palamara e di taluni componenti del Csm. Con il ricorso, è stato, in particolare, sostenuto - ha ricostruito l'avvocato Girolamo Rubino - come la revoca della precedente proposta di conferimento dell’incarico fosse stata adottata pur essendo stato acclarato dallo stesso Csm il “mancato coinvolgimento” di Viola rispetto al procedimento penale.
Con il ricorso è stato rilevato come il giudizio di prevalenza espresso nei confronti di Prestipino Giarrita (motivato sostanzialmente sul maggiore radicamento territoriale di quest’ultimo) fosse viziato sotto svariati profili, avendo, - continua la ricostruzione di Rubino - il Csm omesso di valutare i numerosi titoli e le importanti esperienze vantate da Viola e non avendo tenuto conto che Prestipino può vantare solo funzioni semidirettive (quale procuratore aggiunto presso le Procure di Reggio Calabria e di Roma) a fronte delle funzioni direttive svolte da Viola (che è stato procuratore della Repubblica a Trapani ed è attualmente procuratore Generale presso la Corte d’appello di Firenze). Il magistrato Prestipino Giarritta, difeso dagli avvocati Massimo Luciano, Piermassimo Chirulli e Patrizio Ivo D’Andrea, si è costituito in giudizio chiedendo il rigetto del ricorso.
Il Tar Lazio Roma - presidente Savo Amodio Antonino, relatore Ivo Correale - ha accolto il ricorso di Marcello Viola. In particolare, il Tar Lazio ha rilevato come dalla documentazione relativa all’indagine di Perugia fosse emersa la qualità di parte offesa, Marcello Viola, rispetto alle “macchinazioni o aspirazioni di altri”. Il Tar ha, inoltre, rilevato come la decisione del Csm - di non confermare la proposta volta al conferimento a Viola dell’incarico di procuratore di Roma - sia immotivata “in assenza di elementi oggettivamente riscontrabili a suo carico".
Per effetto della sentenza del Tar, il Csm dovrà nuovamente procedere alla nomina del procuratore della Repubblica di Roma, conformandosi ai principi di diritto affermati dal giudice amministrativo.