
Imprenditore menfitano lascia il carcere e viene affidato in prova ai servizi sociali dal Tribunale di Sorveglianza di Palermo.
9 Luglio 2021
di: Chiara Cacioppo
Un imprenditore di Menfi, a seguito di 4 sentenze di condanna emesse dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Brescia per reati tributari, riceveva dalla Procura Generale della Repubblica di Brescia, un ordine di esecuzione, con il quale il Procuratore Generale nel determinare la pena complessiva dei provvedimenti di condanna nella misura di anni 4 e mesi 8 di reclusione ed € 600,00 di multa, ordinava la carcerazione dell’imprenditore.
A seguito dell’ordine di esecuzione, l’imprenditore veniva condotto presso la Casa Circondariale di Sciacca.
I familiari dell’imprenditore si rivolgevano all’Avv. Luigi La Placa che fino a quel momento non aveva assistito l’imprenditore nell’ambito dei procedimenti penali.
Dopo un accurato esame e studio di tutti gli atti processuali contenuti nell’ambito dei 4 procedimenti penali da parte dell’Avv. Luigi La Placa, coadiuvato dagli Avv.ti Antonino Alagna, Sandro La Placa e Giovanni Galletta, formulava istanza di incidente di esecuzione alla Corte di Appello di Brescia, quale Giudice dell'Esecuzione, chiedendo di riconoscere il vincolo della continuazione tra i reati ascritti all’imprenditore di cui alle sentenze di condanna passate in giudicato e conseguentemente la rideterminazione della pena detentiva inflitta al predetto.
In particolare, l’Avv. La Placa a sostegno dell’istanza di incidente di esecuzione, evidenziava che tutti reati per i quali l’imprenditore era stato condannato con le sentenze irrevocabili emesse dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Brescia per reati tributari, fossero avvinti dal medesimo disegno criminoso e quindi tra di loro legati dal vincolo della continuazione di cui all’art. 81, II comma, c.p., con la conseguenza che il giudice dell’esecuzione ricalcolasse la pena e applicasse “ex post” il cumulo giuridico a beneficio del reo.
La Corte di Appello di Brescia, quale Giudice dell'Esecuzione, accoglieva la richiesta formulata dall’Avv. Luigi La Placa, rideterminando la complessiva pena a carico dell’imprenditore in continuazione ex art. 81, II comma, c.p., in anni 3 mesi 10 di reclusione.
Essendo la pena da espiare al di sotto dei 4 anni, l’ Avv. Luigi La Placa presentava al Tribunale di Sorveglianza di Palermo istanza di affidamento in prova dell’imprenditore al servizio sociale, supportando l’istanza oltre che con puntuali allegazioni sia in fatto che in diritto, anche con corposa documentazione.
Il Tribunale di Sorveglianza di Palermo, dopo l’istruttoria eseguita anche tramite i Servizi Sociali, ritenendo sussistere i presupposti di legge, accoglieva l’istanza nei termini formulati dal difensore Avv. Luigi La Paca, concedendo la misura alternativa alla detenzione in carcere dell’affidamento in prova ai servizi sociali per un periodo uguale alla pena da espiare, rimettendo in libertà l’imprenditore.
9 Luglio 2021
di: Chiara Cacioppo
Un imprenditore di Menfi, a seguito di 4 sentenze di condanna emesse dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Brescia per reati tributari, riceveva dalla Procura Generale della Repubblica di Brescia, un ordine di esecuzione, con il quale il Procuratore Generale nel determinare la pena complessiva dei provvedimenti di condanna nella misura di anni 4 e mesi 8 di reclusione ed € 600,00 di multa, ordinava la carcerazione dell’imprenditore.
A seguito dell’ordine di esecuzione, l’imprenditore veniva condotto presso la Casa Circondariale di Sciacca.
I familiari dell’imprenditore si rivolgevano all’Avv. Luigi La Placa che fino a quel momento non aveva assistito l’imprenditore nell’ambito dei procedimenti penali.
Dopo un accurato esame e studio di tutti gli atti processuali contenuti nell’ambito dei 4 procedimenti penali da parte dell’Avv. Luigi La Placa, coadiuvato dagli Avv.ti Antonino Alagna, Sandro La Placa e Giovanni Galletta, formulava istanza di incidente di esecuzione alla Corte di Appello di Brescia, quale Giudice dell'Esecuzione, chiedendo di riconoscere il vincolo della continuazione tra i reati ascritti all’imprenditore di cui alle sentenze di condanna passate in giudicato e conseguentemente la rideterminazione della pena detentiva inflitta al predetto.
In particolare, l’Avv. La Placa a sostegno dell’istanza di incidente di esecuzione, evidenziava che tutti reati per i quali l’imprenditore era stato condannato con le sentenze irrevocabili emesse dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Brescia per reati tributari, fossero avvinti dal medesimo disegno criminoso e quindi tra di loro legati dal vincolo della continuazione di cui all’art. 81, II comma, c.p., con la conseguenza che il giudice dell’esecuzione ricalcolasse la pena e applicasse “ex post” il cumulo giuridico a beneficio del reo.
La Corte di Appello di Brescia, quale Giudice dell'Esecuzione, accoglieva la richiesta formulata dall’Avv. Luigi La Placa, rideterminando la complessiva pena a carico dell’imprenditore in continuazione ex art. 81, II comma, c.p., in anni 3 mesi 10 di reclusione.
Essendo la pena da espiare al di sotto dei 4 anni, l’ Avv. Luigi La Placa presentava al Tribunale di Sorveglianza di Palermo istanza di affidamento in prova dell’imprenditore al servizio sociale, supportando l’istanza oltre che con puntuali allegazioni sia in fatto che in diritto, anche con corposa documentazione.
Il Tribunale di Sorveglianza di Palermo, dopo l’istruttoria eseguita anche tramite i Servizi Sociali, ritenendo sussistere i presupposti di legge, accoglieva l’istanza nei termini formulati dal difensore Avv. Luigi La Paca, concedendo la misura alternativa alla detenzione in carcere dell’affidamento in prova ai servizi sociali per un periodo uguale alla pena da espiare, rimettendo in libertà l’imprenditore.