
Menfi, architetto esclusa dal concorso al Comune: "titolo non equivalente a quello di ingegnere"
Lo ha stabilito il Consiglio di Giustizia Amministrativa confermando la mancata assunzione di una candidata
8 Novembre 2020
di: Domenico Cacioppo
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa conferma la decisione del Comune di Menfi che, in relazione ad un concorso bandito nel 2012, per l'assunzione di due funzionari direttivi per la categoria ingegnere, aveva ritenuto che la laurea in ingegneria e quella in architettura, secondo il vecchio ordinamento, non fossero equipollenti. Alla procedura concorsuale aveva partecipato D.G. di Mazara del Vallo, laureata in architettura secondo il vecchio ordinamento ed in possesso della relativa abilitazione. A seguito dello scorrimento della graduatoria l'amministrazione comunale di Menfi, le chiedeva i documenti necessari per l'assunzione. Dall'esame della documentazione il Comune di Menfi accerta a che D.G. non era in possesso dei requisiti di partecipazione, ovvero della laurea e dell'abilitazione all'esercizio della professione di ingegnere e, quindi, rettificava e rideterminava, in autotutela, la graduatoria escludendola dal concorso. La professionista, quindi, proponeva ricorso al Tar Sicilia di Palermo chiedendone l'annullamento. In particolare veniva sostenuto che la laurea in architettura fosse equipollente a quella di ingegneria. Ricorso che, però, veniva rigettato dai giudici amministrativi. La vicenda, quindi, è approdata al Cga. Nel giudizio di appello si costituiva in giudizio il Comune di Menfi con il patrocinio dell'avvocato Girolamo Rubino (nella foto), contestando le doglianze dell'architetto e sostenendo la legittimità dell'operato dell'amministrazione comunale. Il legale, in particolare, evidenziava la mancanza dei requisiti di partecipazione richiesti dal bando concorso, ovvero la laurea in ingegneria e l'abilitazione all'esercizio della professione di ingegnere, entrambi titoli non posseduti essendo la candidata laureata in architettura ed abilitata alla professione di architetto, nonché la "non equipollenza della laurea in ingegneria con quella in architettura conseguita secondo il vecchio ordinamento". Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, accogliendo le tesi difensive dell'avvocato Rubino, ha confermato la legittimità dell'attività amministrativa del Comune di Menfi, condannando l'arch. D.G. al pagamento delle spese processuali.
Lo ha stabilito il Consiglio di Giustizia Amministrativa confermando la mancata assunzione di una candidata
8 Novembre 2020
di: Domenico Cacioppo
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa conferma la decisione del Comune di Menfi che, in relazione ad un concorso bandito nel 2012, per l'assunzione di due funzionari direttivi per la categoria ingegnere, aveva ritenuto che la laurea in ingegneria e quella in architettura, secondo il vecchio ordinamento, non fossero equipollenti. Alla procedura concorsuale aveva partecipato D.G. di Mazara del Vallo, laureata in architettura secondo il vecchio ordinamento ed in possesso della relativa abilitazione. A seguito dello scorrimento della graduatoria l'amministrazione comunale di Menfi, le chiedeva i documenti necessari per l'assunzione. Dall'esame della documentazione il Comune di Menfi accerta a che D.G. non era in possesso dei requisiti di partecipazione, ovvero della laurea e dell'abilitazione all'esercizio della professione di ingegnere e, quindi, rettificava e rideterminava, in autotutela, la graduatoria escludendola dal concorso. La professionista, quindi, proponeva ricorso al Tar Sicilia di Palermo chiedendone l'annullamento. In particolare veniva sostenuto che la laurea in architettura fosse equipollente a quella di ingegneria. Ricorso che, però, veniva rigettato dai giudici amministrativi. La vicenda, quindi, è approdata al Cga. Nel giudizio di appello si costituiva in giudizio il Comune di Menfi con il patrocinio dell'avvocato Girolamo Rubino (nella foto), contestando le doglianze dell'architetto e sostenendo la legittimità dell'operato dell'amministrazione comunale. Il legale, in particolare, evidenziava la mancanza dei requisiti di partecipazione richiesti dal bando concorso, ovvero la laurea in ingegneria e l'abilitazione all'esercizio della professione di ingegnere, entrambi titoli non posseduti essendo la candidata laureata in architettura ed abilitata alla professione di architetto, nonché la "non equipollenza della laurea in ingegneria con quella in architettura conseguita secondo il vecchio ordinamento". Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, accogliendo le tesi difensive dell'avvocato Rubino, ha confermato la legittimità dell'attività amministrativa del Comune di Menfi, condannando l'arch. D.G. al pagamento delle spese processuali.