Terremoto nel Belìce:
di nuovo in movimento
la vecchia faglia del sisma del ’68
Rilevate deformazioni del suolo
di: Redazione
E’ tornata in attività la faglia che ha provocato il disastroso terremoto che provocò centinaia di morti nel gennaio 1968 nell’area del Belìce. E’ la stessa faglia “responsabile” di altri terremoti che nell’antichità hanno colpito l’area di Selinunte. Lo hanno accertato ricercatori dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) di Catania e delle Università di Palermo, Catania e Napoli. I risultati delle loro indagini sono ora riportate sul “Journal of Geodynamics”, rivista internazionale di geodinamica. La ricerca si fonda sull’analisi di immagini satellitari e dati geodetici che rivelano l’esistenza di un segmento di faglia attiva da Campobello di Mazara a Castelvetrano. “Questa faglia – sottolineano i ricercatori – mostra evidenti segni di movimenti recenti legati a effetti co-sismici o a lente deformazioni legate a fenomeni di scorrimento”. Uno degli elementi decisivi che ha permesso di evidenziare questo tratto di faglia è stato il taglio netto che attraversa una strada dell’età del bronzo, insieme alle immagini radar del satellite europeo Envisat, che mostrano la traccia delle faglia in modo inequivocabile, a causa della sua relativamente alta velocità di deformazione. La traccia della faglia è stata seguita anche nella sua prosecuzione a mare. Secondo Mario Mattia dell’Ingv di Catania, “l’evidenza sia geodetica che geologica di questo tratto di faglia attiva rappresenta l’espressione di una compressione che interessa in modo critico questo settore della Sicilia”. (Fonte: ANSA)
Pubblicato il 15 Maggio 2014
di nuovo in movimento
la vecchia faglia del sisma del ’68
Rilevate deformazioni del suolo
di: Redazione
E’ tornata in attività la faglia che ha provocato il disastroso terremoto che provocò centinaia di morti nel gennaio 1968 nell’area del Belìce. E’ la stessa faglia “responsabile” di altri terremoti che nell’antichità hanno colpito l’area di Selinunte. Lo hanno accertato ricercatori dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) di Catania e delle Università di Palermo, Catania e Napoli. I risultati delle loro indagini sono ora riportate sul “Journal of Geodynamics”, rivista internazionale di geodinamica. La ricerca si fonda sull’analisi di immagini satellitari e dati geodetici che rivelano l’esistenza di un segmento di faglia attiva da Campobello di Mazara a Castelvetrano. “Questa faglia – sottolineano i ricercatori – mostra evidenti segni di movimenti recenti legati a effetti co-sismici o a lente deformazioni legate a fenomeni di scorrimento”. Uno degli elementi decisivi che ha permesso di evidenziare questo tratto di faglia è stato il taglio netto che attraversa una strada dell’età del bronzo, insieme alle immagini radar del satellite europeo Envisat, che mostrano la traccia delle faglia in modo inequivocabile, a causa della sua relativamente alta velocità di deformazione. La traccia della faglia è stata seguita anche nella sua prosecuzione a mare. Secondo Mario Mattia dell’Ingv di Catania, “l’evidenza sia geodetica che geologica di questo tratto di faglia attiva rappresenta l’espressione di una compressione che interessa in modo critico questo settore della Sicilia”. (Fonte: ANSA)
Pubblicato il 15 Maggio 2014