
Le De. Co.: Denominazioni Comunali
Opportunità di sviluppo territoriale
di: Redazione
L’Italia fatica a cogliere i flebili segnali di ripresa che arrivano dal mondo dell’economia; riuscire a risollevarsi senza la leva dell’industria e del credito appare, del resto, sempre più un’impresa ardua se non impossibile. Produciamo meno di mezzo milione di automobili all’anno contro i circa sei milioni della Germania e, assieme all’indotto dell’auto, è ormai sull’orlo del baratro anche l’industria dell’acciaio, alle prese con le note vicende ambientali. Il credit crunch - cioè il razionamento della liquidità alle imprese – ha l’effetto, sulle imprese, della siccità sui campi; il nostro tessuto economico, fatto per lo più di piccole e piccolissime imprese finanziate attraverso il circuito bancario, si sta letteralmente desertificando con migliaia di aziende obbligate alla chiusura se non al fallimento. La politica deve intervenire con i mezzi che ha a disposizione per salvaguardare il tessuto economico e sociale della Comunità, valorizzando ciò che è stato realizzato con fatica e passione da chi ci ha preceduto e che ha dato forma e sostanza alla nostra identità. Innanzitutto le tradizioni agroalimentari che, assieme all’ambiente ed al “paesaggio”, per come modificato dall’azione dell’uomo nel corso dei secoli, costituiscono uno degli asset principali sui quali contare. L’abitudine che abbiamo nel frequentare i quartieri e i borghi del nostro territorio, nell’assaporare i prodotti della nostra terra, nel respirare profumi che ormai non ci sorprendono più proprio perché famigliari, ci fa probabilmente sottovalutare le “ricchezze” che possediamo; ma se solo proviamo ad elencarle ci rendiamo conto di quanto sia vasto il patrimonio di cui disponiamo, di quale importante giacimento culturale ed economico siamo fortunati eredi. Il Comune, ai sensi della Legge 267/2000, ha la possibilità di valorizzare i prodotti non denominati e a rischio di estinzione, garantendone la presenza sul proprio territorio. La certificazione delle De. Co. costituisce da una parte uno strumento di salvaguardia delle produzioni locali facendo in modo di conservarne le pratiche e le tradizioni storico - culturali, e dall’altra un efficace mezzo di promozione del territorio a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale nonché un ottimo strumento di marketing territoriale che promuove e comunica l’esistenza di un “luogo”, delle sue tradizioni e della sua storia. La De.Co. si applica principalmente a produzioni agro-alimentari legate alla nostra storia, ma è dedicata anche a prodotti particolari di artigianato locale. Il prodotto entra a far parte della De.Co. quando, con una apposita delibera comunale, viene iscritto nel registro istituito ai sensi dell’articolo 5. L’articolo 3 fornisce una definizione di “prodotto tipico locale”, mentre gli articoli 4,5 e 6 hanno la funzione di descrivere il particolare meccanismo che prevede l’istituzione della De.Co., del Registro che attesta l’origine locale del prodotto ed il suo legame storico e culturale con il territorio di riferimento e dell’albo comunale che fungerà da elenco di tutte quelle manifestazioni e iniziative riguardanti le attività e le produzioni agroalimentari che, a motivo delle loro caratteristiche e dell’interesse culturale, sono state ritenute meritevoli di particolare attenzione e rilevanza pubblica. L’articolo 6 in particolare specifica i requisiti che un’iniziativa deve possedere per essere inserita nel suddetto albo. L’articolo 7 fa riferimento alla necessità di progettare e realizzare un logotipo univoco della De.Co. del Comune di riferimento, versatile e immediatamente riconoscibile. La realizzazione di tale logo sarà affidata ad un bando pubblico a cui tutti i cittadini residenti in quel Comune potranno partecipare in forma singola o associata. L’articolo 11 delinea le linee guida per l’utilizzo del sopracitato logo. Gli articoli 8 e 9 si riferiscono invece ai requisiti che i prodotti locali devono possedere perché gli venga attribuita la De.Co. (confezionamento sul territorio, qualità e genuinità delle materie prime, ciclo di produzione, commercializzazione ed etichettatura in ottemperanza delle normative vigenti in tema di igiene alimentare, provenienza locale dei prodotti e degli ingredienti) ed alla procedura che deve essere seguita per ottenerla. Gli articoli 10 e 14 descrivono la composizione e le funzioni rispettivamente della Commissione comunale per la De.Co. e della struttura organizzativa che si occuperà di tutti gli adempimenti previsti dal regolamento. Gli articoli 12 e 13 invece, spiegano quali sono i controlli sull’osservanza del regolamento e chi può eseguirli, nonché le sanzioni previste in caso del suo mancato rispetto. Infine, gli articoli 15, 16, 17, 18 e 19 descrivono gli impegni che il Comune si assume in merito alla divulgazione dell’iniziativa e delle manifestazioni relative, in materia di promozione delle domande di registrazione DOP o IGP presso Istituzioni competenti e specificano le norme statali e regionali da cui questo regolamento prende ispirazione. Il marketing territoriale rientra nei compiti che la Legge 267/2000 assegna ai Comuni nell’ambito della valorizzazione dei prodotti locali non denominati e a rischio di estinzione. L’Italia – e il Mezzogiorno in modo particolare - possiede una immensa quantità di giacimenti culturali ed economici ancora inesplorati che vanno dal paesaggio all’ambiente, dall’agroalimentare ai beni architettonici, passando per una straordinaria tradizione artigianale riconosciuta ed apprezzata nel mondo. Per mettere tutto questo a frutto, utilizzando le armi che già abbiamo per rispondere alla crisi economica ed occupazionale in atto, occorre fare un salto di qualità nell’organizzazione, nella distribuzione, nella logistica e nella presentazione di quei prodotti locali - unici ed irripetibili ma, soprattutto, non esternalizzabili – che rappresentano la grande ricchezza del nostro territorio. La De.Co. - Denominazione Comunale - rappresenta la chiave per rendere riconoscibili e non clonabili i prodotti della Terra dove viviamo. I mutamenti a livello globale (esplosione di mercati, produzione e consumo, recupero delle tradizioni, liquidità di comunicazioni e relazioni, solo per citarne alcuni) impongono una seria riflessione sul ruolo di acceleratore di sviluppo che l’Ente locale è riuscito a conquistarsi, nel panorama competitivo attuale, grazie alla valorizzazione delle sue potenzialità.
Investire sul territorio sembra essere il leit-motiv della gestione dinamica e consapevole dell’Ente locale che, necessariamente, deve passare per la promozione del suo patrimonio.
In questo contesto, le Denominazioni Comunali (De.Co.), assumono un ruolo strategico non solo nella salvaguardia delle produzioni locali (siano esse agroalimentari, enogastronomiche o artigianali), valorizzando il processo identitario di un luogo, ma anche nella promozione del territorio sul mercato globale.
Pubblicato il 13 Marzo 2014
Opportunità di sviluppo territoriale
di: Redazione
L’Italia fatica a cogliere i flebili segnali di ripresa che arrivano dal mondo dell’economia; riuscire a risollevarsi senza la leva dell’industria e del credito appare, del resto, sempre più un’impresa ardua se non impossibile. Produciamo meno di mezzo milione di automobili all’anno contro i circa sei milioni della Germania e, assieme all’indotto dell’auto, è ormai sull’orlo del baratro anche l’industria dell’acciaio, alle prese con le note vicende ambientali. Il credit crunch - cioè il razionamento della liquidità alle imprese – ha l’effetto, sulle imprese, della siccità sui campi; il nostro tessuto economico, fatto per lo più di piccole e piccolissime imprese finanziate attraverso il circuito bancario, si sta letteralmente desertificando con migliaia di aziende obbligate alla chiusura se non al fallimento. La politica deve intervenire con i mezzi che ha a disposizione per salvaguardare il tessuto economico e sociale della Comunità, valorizzando ciò che è stato realizzato con fatica e passione da chi ci ha preceduto e che ha dato forma e sostanza alla nostra identità. Innanzitutto le tradizioni agroalimentari che, assieme all’ambiente ed al “paesaggio”, per come modificato dall’azione dell’uomo nel corso dei secoli, costituiscono uno degli asset principali sui quali contare. L’abitudine che abbiamo nel frequentare i quartieri e i borghi del nostro territorio, nell’assaporare i prodotti della nostra terra, nel respirare profumi che ormai non ci sorprendono più proprio perché famigliari, ci fa probabilmente sottovalutare le “ricchezze” che possediamo; ma se solo proviamo ad elencarle ci rendiamo conto di quanto sia vasto il patrimonio di cui disponiamo, di quale importante giacimento culturale ed economico siamo fortunati eredi. Il Comune, ai sensi della Legge 267/2000, ha la possibilità di valorizzare i prodotti non denominati e a rischio di estinzione, garantendone la presenza sul proprio territorio. La certificazione delle De. Co. costituisce da una parte uno strumento di salvaguardia delle produzioni locali facendo in modo di conservarne le pratiche e le tradizioni storico - culturali, e dall’altra un efficace mezzo di promozione del territorio a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale nonché un ottimo strumento di marketing territoriale che promuove e comunica l’esistenza di un “luogo”, delle sue tradizioni e della sua storia. La De.Co. si applica principalmente a produzioni agro-alimentari legate alla nostra storia, ma è dedicata anche a prodotti particolari di artigianato locale. Il prodotto entra a far parte della De.Co. quando, con una apposita delibera comunale, viene iscritto nel registro istituito ai sensi dell’articolo 5. L’articolo 3 fornisce una definizione di “prodotto tipico locale”, mentre gli articoli 4,5 e 6 hanno la funzione di descrivere il particolare meccanismo che prevede l’istituzione della De.Co., del Registro che attesta l’origine locale del prodotto ed il suo legame storico e culturale con il territorio di riferimento e dell’albo comunale che fungerà da elenco di tutte quelle manifestazioni e iniziative riguardanti le attività e le produzioni agroalimentari che, a motivo delle loro caratteristiche e dell’interesse culturale, sono state ritenute meritevoli di particolare attenzione e rilevanza pubblica. L’articolo 6 in particolare specifica i requisiti che un’iniziativa deve possedere per essere inserita nel suddetto albo. L’articolo 7 fa riferimento alla necessità di progettare e realizzare un logotipo univoco della De.Co. del Comune di riferimento, versatile e immediatamente riconoscibile. La realizzazione di tale logo sarà affidata ad un bando pubblico a cui tutti i cittadini residenti in quel Comune potranno partecipare in forma singola o associata. L’articolo 11 delinea le linee guida per l’utilizzo del sopracitato logo. Gli articoli 8 e 9 si riferiscono invece ai requisiti che i prodotti locali devono possedere perché gli venga attribuita la De.Co. (confezionamento sul territorio, qualità e genuinità delle materie prime, ciclo di produzione, commercializzazione ed etichettatura in ottemperanza delle normative vigenti in tema di igiene alimentare, provenienza locale dei prodotti e degli ingredienti) ed alla procedura che deve essere seguita per ottenerla. Gli articoli 10 e 14 descrivono la composizione e le funzioni rispettivamente della Commissione comunale per la De.Co. e della struttura organizzativa che si occuperà di tutti gli adempimenti previsti dal regolamento. Gli articoli 12 e 13 invece, spiegano quali sono i controlli sull’osservanza del regolamento e chi può eseguirli, nonché le sanzioni previste in caso del suo mancato rispetto. Infine, gli articoli 15, 16, 17, 18 e 19 descrivono gli impegni che il Comune si assume in merito alla divulgazione dell’iniziativa e delle manifestazioni relative, in materia di promozione delle domande di registrazione DOP o IGP presso Istituzioni competenti e specificano le norme statali e regionali da cui questo regolamento prende ispirazione. Il marketing territoriale rientra nei compiti che la Legge 267/2000 assegna ai Comuni nell’ambito della valorizzazione dei prodotti locali non denominati e a rischio di estinzione. L’Italia – e il Mezzogiorno in modo particolare - possiede una immensa quantità di giacimenti culturali ed economici ancora inesplorati che vanno dal paesaggio all’ambiente, dall’agroalimentare ai beni architettonici, passando per una straordinaria tradizione artigianale riconosciuta ed apprezzata nel mondo. Per mettere tutto questo a frutto, utilizzando le armi che già abbiamo per rispondere alla crisi economica ed occupazionale in atto, occorre fare un salto di qualità nell’organizzazione, nella distribuzione, nella logistica e nella presentazione di quei prodotti locali - unici ed irripetibili ma, soprattutto, non esternalizzabili – che rappresentano la grande ricchezza del nostro territorio. La De.Co. - Denominazione Comunale - rappresenta la chiave per rendere riconoscibili e non clonabili i prodotti della Terra dove viviamo. I mutamenti a livello globale (esplosione di mercati, produzione e consumo, recupero delle tradizioni, liquidità di comunicazioni e relazioni, solo per citarne alcuni) impongono una seria riflessione sul ruolo di acceleratore di sviluppo che l’Ente locale è riuscito a conquistarsi, nel panorama competitivo attuale, grazie alla valorizzazione delle sue potenzialità.
Investire sul territorio sembra essere il leit-motiv della gestione dinamica e consapevole dell’Ente locale che, necessariamente, deve passare per la promozione del suo patrimonio.
In questo contesto, le Denominazioni Comunali (De.Co.), assumono un ruolo strategico non solo nella salvaguardia delle produzioni locali (siano esse agroalimentari, enogastronomiche o artigianali), valorizzando il processo identitario di un luogo, ma anche nella promozione del territorio sul mercato globale.
Pubblicato il 13 Marzo 2014